C’era una volta Beppe Grillo che riempiva i palcoscenici d’Italia. I suoi spettacoli erano esilaranti. Il pubblico lo ascoltava con attenzione, il pubblico rideva ad ogni sua battuta, ad ogni sua pausa e lo onorava con lunghi standing ovation ad ogni fine spettacolo.
C’era una volta Beppe Grillo, un uomo che pian piano ingrassava, le sopracciglia diventano sempre più crespe e lo sguardo come un’aquila che va a caccia della sua preda.
C’era una volta la preda, l’Italia berlusconiana, l’Italia montiana, l’Italia lettiana, l’Italia renziana e poi c’è Gentiloni. C’era una volta il MoVimento 5 Stelle che interpretava la voce dell’opposizione al potere, rappresentava Macht (potere) ed Herrschaft (potere legittimo).
Il sociologo tedesco Max Weber, nel suo libro Economia e società, intendeva con il termine potenza “qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche di fronte ad un’opposizione, la propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità”; mentre con il termine potere legittimo invece “la possibilità di trovare obbedienza, presso certe persone, ad un comando che abbia un determinato contenuto”.
Quando in un Paese i soggetti deboli sono in continuo aumento il soggetto più forte riesce a far valere la propria volontà in ogni caso, perché attraverso il potere legittimo che si auto legifera il soggetto più debole accetta qualsiasi decisione che gli viene impartita dall’alto poiché le riconosce valide, legittime.
La teoria di Weber incarna perfettamente il valore giuridico del MoVimento 5 Stelle, che nasceva come movimento sociale avvenuto attraverso il passaggio da gruppi chiusi a comunità politiche fino a raggiungere e finalmente riuscire a sposare il potere.
Ed eccoci faccia a faccia con quello che tutti abbiamo sempre pensato: la forza d’opposizione al potere (in quanto identità) non può mutare la propria natura ambendo di essere in potere, perché il potere non sta mai all’opposizione, il potere è al potere. Il potere non rappresenta neanche le fonti dell’informazione anzi le finanzia dando voce a tutti, anche all’opposizione.
Il potere non si misura con la divisione e la specializzazione dei compiti; il potere non si conforma ma serve la struttura gerarchica dell’apparato amministrativo; il potere non fa assunzioni con contratto; il potere non remunera in denaro il personale; il potere non separa gli uomini e i mezzi d’amministrazione; il potere non separa gli uomini e l’ufficio; il potere non regolamenta controllando l’apparato amministrativo.
Il potere non necessita della legittimazione anche se lo consente in quanto esercizio politico. E poi ci sono loro, gli amici del bar: Raggi, Marra, Romeo e Frongia.
C’erano quattro amici al bar,
che volevano cambiare il mondo […]
Eravamo due amici al bar
uno è andato con la donna al mare […].
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