Edison Balla

Edison Balla, giovane promessa dell’arte made in Albania

Edison Balla, giovane promessa dell’arte made in Albania, classe 1997, racconta in questa intervista i suoi inizi di carriera, i suoi maestri, i suoi sogni ma soprattutto dipinge attraverso le sue parole l’Albania odierna, un quadro in continuo movimento. 

Edison, raccontaci chi sei? Dove sei nato e quando?

Sono nato  a Tirana, in Albania, il 14 gennaio 1997. Inizialmente ho vissuto a Shijak, in provincia di Durazzo; successivamente quando iniziai gli studi liceali mi trasferii a Durazzo, dove ho vissuto per quattro anni, insomma fino a compimento del mio percorso scolastico. Infine, a Tirana dove mi sono iscritto all’Accademia delle Belle Arti

Qual è stato il tuo percorso di studio? 

Come vi dicevo, ho frequentato la scuola elementare nella piccola provincia. Alcune persone, inclusi amici e parenti, quando videro che io nutrivo la passione per il disegno e la pittura, non esitarono ad incoraggiarmi e per questo scelsi di iscrivermi al liceo artistico “Jan Kukuzeli”, dove, per quattro anni, ho avuto l’opportunità di perfezionarmi nell’arte della scultura. Questi quattro anni, molto proficui per me, sono stati fondamentali per la mia crescita, oggi continuo a proseguire i miei studi nell’Accademia delle Belle Arti indirizzo scultura e ceramica. 

In cosa ti sei specializzato?

Edison BallaDopo aver sperimentato un pò di tutto al liceo, mi sono specializzato nella lavorazione della ceramica, anche se la pittura è una passione che non morirà mai in me, tanto che, qualche tempo fa, mi ha portato a Capri, in Italia, ad esibirmi e a concorrere assieme ad artisti internazionali. Per me la parola “specializzazione” vuol dire poco, non è congrua a quella che è l’intendimento creativo per un artista. Personalmente alcune idee le percepisco molto di più tridimensionali mentre altre le preferisco vedere come un “telaio”. 

Puoi raccontarci un pò meglio la storia della tua famiglia d’origine?

Le origini della mia famiglia sono di Tirana, mio nonno lavorava, in passato, come Capo anticriminalità organizzata a Durazzo, fu per questo motivo che noi ci trasferimmo ad abitare a Durazzo, la città che mi ha cresciuto e influenzato anche nella mia identità artistica. La mia famiglia è gente semplice ma grandi lavoratori, i quali hanno realizzato le loro aspirazioni nel pieno rispetto della dignità, attraverso sacrifici. 

Cosa ne pensano i tuoi familiari di questa tua scelta? 

I miei familiari, inizialmente, non erano d’accordo con la mia scelta perché intraprendere un percorso artistico in Albania può presentare molti ostacoli, specialmente per un giovane come me, quindi è stato molto difficile convincerli, ma la mia tenacia e il mio lavoro li ha portati a pensare che forse dovevano darmi la possibilità di misurarmi con il mio talento e andare fino in fondo. Ad oggi, dopo un percorso di traguardi raggiunti, almeno accademici, i miei genitori sono felici per me, e anzi, mi incoraggiano. 

Quali sono stati i tuoi Maestri principali nel percorso che hai fatto in Albania, e quali gli artisti che ti hanno ispirato?

Diciamo che sono stati i professori del liceo ad aver profondamente inciso nel mio modo di concepire e fare arte, ma c’è stata una persona in maniera speciale ad aver fatto la differenza per me, la pedagoga Florina Shani, alla quale sono grato e per la quale nutro grande rispetto. Poi, gli artisti che maggiormente hanno influito in me sono Lucian Freud, Rene Magritte, Egon Schiele. 

Cosa ti ispira nel tuo lavoro?

Nel mio lavoro trovo l’ispirazione nella natura, nella psicologia, mi piace pensare agli aspetti intimi della persona; l’uomo che tutto costruisce e tutto distrugge, il mondo emozionale. 

La tua storia è quella di un ragazzo che è nato esattamente nel periodo post anarchico, post guerra civile, insomma sei un Millennians balcanico, come vive un ragazzo come te l’Albania di oggi? 

Un giovane d’oggi in Albania deve combattere ancora di più per raggiungere gli obiettivi che si prefissa. In Albania puoi trovare eccellenze in ogni campo per cui il livello di concorrenza è altissimo per non parlare della lotta di classe sociale piuttosto quella politica, e infine economica. Personalmente trovo interessante quando l’ambiente diventa competitivo perché mi porta a migliorare. 

Cosa pensi dell’immigrazione?

Penso che l’immigrazione  è necessario per conoscere nuovi orizzonti e per misurarsi con nuovi mondi, oltre il proprio. Per quanto riguarda le famiglie, invece, a volte è una scelta incondizionata per tentare la fortuna e costruirsi una vita migliore altrove. Certo, è molto triste pensare di lasciare la patria natia a causa delle difficoltà e dello Stato che non sovvenziona e incentiva con contributi le famiglie. Ma spesso, l’emigrazione si rivela un viaggio molto interessante. 

Edison BallaPensi mai di voler lasciare l’Albania per andare altrove? E se sì, dove ti piacerebbe andare e perché?

Sì, l’ho pensato. Per me sarebbe interessante vivere in un altro Paese per sviluppare al meglio le mie possibilità. Ho pensato a Capri, ci sono stato, come vi dicevo, e l’ho trovato molto bello sotto ogni profilo. Mi è piaciuto la gente, il clima, ma soprattutto è un luogo che ispira molto. Onestamente ho sempre amato l’Italia, per la sua cultura e per le possibilità che questo Paese può dare ad un artista. Certo, non escludo a priori gli altri Paesi. 

Cosa, secondo te, manca ancora all’Albania? 


Penso che in Albania manchino le possibilità affinché un artista possa svilupparsi al meglio, questo perché da noi non si respira ancora un’aria internazionale. Poi, cosa ancora più importante, in Albania manca la capacità di integrare il vecchio con il nuovo. Non ci sono ancora politiche d’integrazione atte a riequilibrare le lotte sociali che viviamo nel Paese. 

I tuoi genitori ti raccontano quegli anni? E i tuoi lavori sono condizionati dalla tua storia?

No, i miei lavori non sono condizionati dai fattori storici. I miei lavori rappresentano me e quello che io penso, oggi. 

Cosa pensi degli ambienti accademici in Albania?

Quello che posso dire è che il livello accademico in Albania è molto buono anche se ancora non ci misuriamo con gli standard che l’Unione Europea propone. 

Secondo te, il mondo dell’arte è sovvenzionato dalla classe politica albanese?

Voglio essere onesto: penso che la politica albanese raramente degna di uno sguardo il mondo dell’arte, ciò a cui noi assistiamo ogni giorno è la messa in scena dei personalismi individuali. Una cosa vergognosa! 

Come vedi l’Albania oggi? 

L’Albania è un Paese bellissimo, io attualmente vivo qui, anche se incontro molte difficoltà, come le incontrano tutti gli albanesi che ogni giorno nel loro piccolo tentano di fare la differenza con grandi sacrifici. 

E degli albanesi, cosa ne pensi? E dei tuoi coetanei? 

Io osservo e vedo che i miei connazionali sono spaesati, increduli insomma in una grande difficoltà storica. Personalmente sono fortunato perché sono circondato da artisti e vivo in un ambiente dove pullulano le idee nonostante manchino i fondi. I miei coetanei invece, li vedo pietrificati, passivi e demotivati.

Come interpreta un giovane come te le derive totalitariste e ultranazionaliste che in molti albanesi sono presenti?

Penso che l’Albania, oggi, sia il nodo da sciogliere per capire molte dinamiche che ancora non sono chiare perché é mancante dal punto di vista delle fonti storiche, non c’è un’unica voce ufficiale. Io sono orgoglioso del mio Paese quanto di essere albanese. Spero soltanto che i politici inizino a mettere da parte i loro personalismi per poi indicarci una strada percorribile per il bene comune. 

Pensi che l’Albania e gli albanesi siano pronti per entrare nell’Unione Europea, oppure pensi che questa scelta non è opportuna in questo periodo storico?

Penso che non siamo pronti relativamente. In Albania abbiamo ancora problemi di politica interna, come le tasse oppure il debito pubblico nazionale. Qui, manca il lavoro. La domanda che io mi pongo spesso è come possiamo essere pronti per sottometterci a delle nuove leggi da parte dell’Unione Europea quando ancora siamo incapaci di decidere la direzione basilare da prendere, in questo piccolo Paese. 

Che messaggio vorresti dare ai quei giovani artisti, albanesi e non, che in Italia e nel mondo ti leggeranno attraverso le tue parole in questa intervista?

Il messaggio che io posso lasciare agli artisti e giovani albanesi non è soltanto quello di lavorare per quello in cui eccelliamo e amiamo ma, di farsi forza e combattere per nutrire quell’ego professionale al fine di incamminarci verso il futuro che da oggi si chiamerà anche Albania. 

Quali sono le tue speranze, i tuoi sogni? 

I miei sogni hanno a che fare con l’arte. ovviamente. E proprio su questo sto lavorando ad una esposizione a Capri, in Italia, assieme a mio cugino Renato Balla, il quale è un fotografo. Nell’esposizione ci saranno i miei quadri accompagnati da installazioni visive. Insomma, posso dire che i miei sogni, ad oggi, in parte si stanno realizzando anche se la strada da fare è ancora molto lunga e non mancano le difficoltà, ma in queste difficoltà incontro persone, giovani e non, che abbracciano le mie speranze e questo è il più bell’abbraccio perché mi incoraggia a fare meglio ma soprattutto mi motiva a lottare per portare fuori, attraverso il mio lavoro, la mia Albania, il mio popolo. 

E siamo all’ultima domanda per te, giovane Sig. Balla, se potessi scegliere il tuo colore preferito per dipingere il mondo quale sceglieresti?

Il mio colore preferito è il nero. Per me è il colore che contiene dentro tutti gli altri colori, tutti i colori primari sono dentro. Poi, è così che filtro il mondo in quanto penso che il nero, senza l’accezione negativa che gli affibbiano, è il colore simbolo dell’umanità, dell’universo, la vita, la morte, la luce, la passione, il mistero, l’emozione. 

Grazie Edison, che la tua arte possa danzare al ritmo dei sogni più belli, di quelli che un giorno ti fanno dire “C’era una volta un mondo…” e poi magari di fronte si trovano un quadro, il tuo. Edison Balla.

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